Il fiume Sinni, con i suoi 97 km, è il corso d’acqua più lungo del Parco Nazionale del Pollino. Nato a 1.380 metri di quota dalla cima del Serra della Giumenta, sul versante orientale del Monte Sirino, il Sinni attraversa interamente la Basilicata, modellando paesaggi suggestivi e unici.
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Il fiume, dal carattere torrentizio, alterna piene impetuose nei periodi di abbondanti precipitazioni a magre estive, mantenendo comunque una portata costante grazie alle numerose sorgenti che arricchiscono il suo alto bacino. Tra gli affluenti più importanti troviamo il Cogliandrino, il Peschiera-Frido, il Rubbio e il Serrapotamo, quest’ultimo sbarrato dalla diga di Monte Cotugno, la più grande in terra battuta d’Europa.
Il Sinni, prima di sfociare, si unisce al Sarmento nel Comune di Valsinni (MT). Le sue acque custodiscono specie ittiche preziose come l’Arborella appenninica, che necessita di protezione. Le sue valli ospitano inoltre terrazzi fluviali e sedimenti quaternari, testimonianza di antiche fasi geologiche.
Tra i geositi più suggestivi spiccano le Biancane del Sinni, formazioni di argille marnose grigio-azzurre che raccontano l’evoluzione dei calanchi fino alla loro fase terminale. Non meno affascinanti sono i Calanchi del Sinni, modellati da sabbie, ciottoli e argille che danno vita a scenari spettacolari, tra i più iconici della Basilicata.
Il Geosito delle "Biancane del Sinni" è individuato nei depositi pelitici di piattaforma meglio riconosciuti come Argille marnose grigio-azzurre. Il sito è rappresentativo della fase evolutiva terminale dei calanchi che assumono la forma tipica a mammelloni.
Il fiume Sinni e i suoi affluenti sono costeggiati da spettacolari formazioni rocciose a calanchi di diverso tipo (sabbiosi, ciottolosi, argillosi) creando suggestivi e imponenti paesaggi.
Sui versanti della media Valle del Fiume Sinni e dei suoi principali tributari si possono osservare due successioni sedimentarie quaternarie legate a due differenti fasi evolutive. La prima mostra i caratteri di un bacino subsidente, progressivamente colmato da depositi continentali mentre la seconda mostra i terreni appartenenti a più ordini di terrazzi formati nella fase successiva di sollevamento dell'area dal Pleistocene medio al Pleistocene superiore...
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