Attrezzature materiali alpinismo | piccozze alpinismo ghiaccio
La piccozza è un attrezzo utilizzato per fronteggiare scalate in presenza di
neve e ghiaccio, per oltrepassare ghiacciai, per salite su pendii ghiacciati ripidi, per cascate di ghiaccio e vie
alpinistiche su terreno misto con roccia e ghiaccio. Per ogni utilizzo, esistono diversi modelli di piccozze:
- piccozze classiche per alpinismo classico di media difficoltà, trekking su
neve e attraversamento di ghiacciai, fino alla salita di pendii di media-alta pendenza ma non verticali.
- piccozze tecniche per salite su pareti ghiacciate verticali, cascate di
ghiaccio, vie di misto e dry tooling.
- piccozze polivalenti adatte sia all'utilizzo per alpinismo classico che per
la salita di cascate, senza raggiungere la massima tecnicità ma consentendo un ampio raggio d'azione.
Le parti di una piccozza
La piccozza è costituita, sostanzialmente, da tre parti: testa, manico e puntale. Le parti possono fare parte di
un unico blocco (monoblocco) o prevedere un montaggio modulare con possibilità di cambiare pezzi singoli. Testa manico
e puntale si differenziano per forma, funzionalità e per il materiale con cui sono costruite.
La testa della piccozza
La testa di una piccozza da alpinismo comprende una lama (o becca) e una paletta
o in alternativa una massa battente (martello). E', nella maggior parte dei casi, prodotta in acciaio al
chromo-molibdeno (chromoly steel), in acciaio al carbonio
(carbon steel) e raramente in titanio. Per creare modelli molto leggeri viene
usato l’alluminio o il Sandvik Nanoflex, lega d'acciaio inossidabile,
resistente e leggero.
La testa può essere realizzata con un solo blocco fissato al manico, con un monoblocco modulare (becca e paletta
unite in un solo blocco staccabile dal manico) o con due blocchi distinti (becca e paletta sostituibili). La testa
di una piccozza è, in genere, dotata di un foro che permette di congiungere un laccio/dragonne oppure di collegare
dei moschettoni.
LE BECCHE
La becca (in inglese: pick o blade) di una piccozza da alpinismo ha forma curva ed è dentellata.
E’ realizzata in maniera differente in base al tipo di piccozza:
- le picche classiche hanno una becca con curvatura verso il basso e poco
accentuata; la dentatura permette la penetrazione per ancoraggio e la gradinatura.
- le picche polivalenti hanno una becca con curvatura molto marcata
verso il basso. Aiutano a scalare pendii molto ripidi e realizzare ancoraggi efficaci.
- le picche tecniche hanno una becca a "banana" con curvatura
verso l'alto, perfezionano la penetrazione della punta in pareti verticali e cascate di ghiaccio.
Le becche possono avere una dentatura nella parte superiore, utile per vie di misto-dry tooling. Hanno, principalmente, due
modelli: becche ice, adatte a ghiaccio ripido, e becche dry quelle adatte a misto / dry tooling.
Il manico della piccozza
Il manico della piccozza può avere due forme: dritto per l'alpinismo classico,
o curvo e con impugnature particolari per l’alpinismo tecnico. Il materiale più impiegato per la sua realizzazione è
l’alluminio. La sua impugnatura, nella maggior pare dei casi è in gomma, modulare e intercambiabile.
Una caratteristica rilevante per le piccozze da alpinismo è la lunghezza del manico che varia da un minimo di 50cm
ad un massimo di 90cm o anche 1 metro. Le piccozze tecniche sono generalmente più corte, la lunghezza più diffusa
è di 50cm. Le piccozze classiche hanno invece manici più lunghi.
Puntale della piccozza
Il puntale della piccozza è la parte finale del manico. La sua finalità è
quella di agevolare la penetrazione della picca nella neve o nel ghiaccio, permettendo l’esecuzione di varie tecniche
di progressione e assicurazione per cordate. Nelle picche tecniche, il puntale può addirittura essere assente in
quanto, il suo utilizzo, è orientato alla scalata verticale e non serve infiggere la picca verticalmente nel ghiaccio.
Il puntale è, in genere, realizzato con un materiale diverso dal manico, dovendo essere più resistente. Il materiale
più usato è l’acciaio al chromo-molibdeno. Le piccozze che richiedono il massimo della leggerezza hanno un puntale
in allumino o in Sandvik Nanoflex. Nel puntale può essere presente un foro utile per il moschettonaggio.
La dragonne
Le piccozze possono avere in dotazione un laccio che ne favorisce l'impugnatura: la
dragonne (o leash in inglese).
Per le piccozze classiche il laccio serve a non perdere la picca: va chiuso sul polso e, solitamente, è attaccatto
al manico della piccozza grazie ad un gancio scorrevole. Il laccio classico è anche chiamato touring.
Per le piccozze tecniche la dragonne ha una funzione piu' importante: facilita il movimento di braccio e polso
(per picchiare la piccozza contro la parete di ghiaccio) e può consentire di scaricare parte del peso quando si è
appesi. La dragonne tecnica va collegata da una parte alla testa della picca (al foro della lama) e dall'altra al
polso, ed è solitamente dotata di regolazioni per ottimizzarne l'uso.
Utilizzo delle Piccozze classiche
Le piccozze classiche rendono possibile la progressione su ghiacciaio e su pendii a medio-alta pendenza. La picca
va impugnata per la testa e tenuta sempre a monte durante la salita. Il manico dritto (o poco curvato) e il puntale
consentono di puntare ed eventualmente affondare la picca nella neve o nel ghiaccio.
Utilizzo delle Piccozze tecniche
Le Piccozze tecniche rendono possibile la progressione frontale su pendii verticali e
cascate di ghiaccio. La moderna tecnica di salita su cascate di ghiaccio si chiama
piolet traction. Prevede l'uso di due piccozze (una per mano). Le piccozze
tecniche propongono diverse soluzioni per becca - manico - impugnatura, agevolando l'esecuzione di tecniche di
salita evolute, anche su terreni con misto ghiaccio - roccia (dry-tooling).
Manutenzione ed utilizzo
E’ necessario controllare, con regolarità, la piccozza soprattutto prima di una ascensione. Importante:
- Non scaldare mai le parti in acciaio della piccozza, verrebbero compromesse resistenza e la
durata della piccozza.
- Usare una lima per affilare la becca, mai frese o mole rotanti.
- Non lasciare la piccozza bagnata o sporca in un sacchetto di nylon o in una cantina umida.
La piccozza va sempre pulita ed asciugata all'aria aperta prima di conservarla.
Regole di base per l’utilizzo della piccozza
- Per uso saltuario: durata 4/6 anni.
- Per uso regolare durante tutto l’anno (vie difficili e qualche cascata): durata 3/4 anni.
- Per uso professionale (spedizioni, vie nuove, cascate): durata 3/4 stagioni.
Certificazioni
Le piccozze sono attrezzi coinvolti nella protezione individuale per attività pericolose. Per questo
motivo sono oggetto di norme di certificazione. Le picche, come altra attrezzatura da alpinismo (imbrago,
moschettoni….), sono classificate come DPI (dispositivi di protezione individuale) di terzo livello
(il livello più alto, sottoposto a maggiori controlli), e soggette alle norme di certificazione individuate
da appositi comitati tecnici in ottemperanza alla direttiva europea (Direttiva 89/686/CEE).
L’obiettivo delle norme di certificazione è quello di garantire che tutti gli strumenti siano costruiti e
controllati in modo da assicurare la resistenza/tenuta adatte all'utilizzo in sport come l'alpinismo,
in ambienti difficili e sottoposti a carichi e stress notevoli. Gli attrezzi certificati e conformi
riportano la scritta CE seguita da un numero che identifica l'ente/organismo che ha rilasciato il
certificato di conformità, e la scritta EN con il numero identificativo della norma specifica.
Per le piccozze la norma CE di riferimento è la EN 13089. Per
l'attrezzatura da alpinismo è spesso in uso anche la regolamentazione/certificazione UIAA (regole
decise dall'unione internazionale delle associazioni di alpinismo). La norma di riferimento per le
piccozze è la UIAA 152. Oggi le norme CE e UIAA sono molto simili, per le
piccozze la certificazione CE EN comporta quasi sempre anche la certificazione UIAA.