Escursione monte Alpi

Escursioni Pollino Lucano

Il Monte Alpi, con le sue due cime gemelle Pizzo Falcone (1900 m) e Santa Croce (1893 m), domina il margine settentrionale del Parco Nazionale del Pollino, emergendo tra i rilievi più imponenti dell'Appennino lucano. Questo massiccio rappresenta una delle aree più affascinanti e intatte dal punto di vista ambientale e naturalistico, un autentico scrigno di biodiversità. Geologicamente, il Monte Alpi si distingue per la sua somiglianza con i complessi montuosi della placca abruzzese-campana, configurandosi come una grande zolla di calcare cretacico dalla caratteristica forma cuneiforme, che si eleva maestosamente dai terreni circostanti.

ATTENZIONE: Non si assume alcuna responsabilità nei riguardi di chi, seguendo le descrizioni presenti sul sito isentieridelpollino.it, percorre gli itinerari escursionistici in maniera autonoma.

Prossime 3 foto: ©Michele di Tacchio (facebook - instagram)

Dalle sue cime, il panorama si estende in tutte le direzioni, offrendo viste mozzafiato. A nord, si apre l'alta Val d'Agri, mentre a est si osservano i calanchi argillosi che degradano dolcemente verso il Mar Ionio. Ad ovest si stagliano il Massiccio del Sirino (2005 m), la costa tirrenica e le cime più alte del Cilento, mentre a sud si possono ammirare i Monti La Spina e Zaccana (1652 m e 1580 m), l'imponente acrocoro del Pollino e, in giornate particolarmente limpide, anche il Parco Nazionale della Sila.
Il Monte Alpi regala inoltre scorci sul vicino Golfo di Policastro, aggiungendo un tocco marittimo al suo già straordinario ventaglio panoramico.

I versanti del Monte Alpi si caratterizzano per una marcata differenza morfologica. A ovest, imponenti pareti rocciose verticali offrono un terreno ideale per gli appassionati di alpinismo, con una varietà di vie di arrampicata che spaziano in difficoltà.
Sul lato orientale, invece, si aprono vasti boschi che ricoprono i pendii con un verde rigoglioso. Da questo versante parte un sentiero escursionistico che, attraversando la spettacolare faggeta del Bosco Favino, conduce con relativa facilità alla cima.
L'itinerario si sviluppa in due fasi: una prima parte immersa nella maestosità del bosco, e una seconda lungo una panoramica cresta che attraversa il Monte Santa Croce, offrendo scorci indimenticabili prima di raggiungere il culmine del Monte Alpi.

Alla base del massiccio sorgono piccoli e affascinanti borghi, come Latronico e Castelsaraceno, che custodiscono tradizioni antiche e raccontano la storia di queste terre.

Prossime 6 foto: Associazione con guida G.A.E. ALTI PASSI
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Origine del nome

L'origine del nome "Monte Alpi" non è del tutto certa, ma assolutamente possibile e plausibile che possa derivare dalla parola locale “Arpo”, poi modificata attraverso errori o adattamenti nelle trascrizioni cartografiche e ufficiali. Questa ipotesi si inserisce in un fenomeno frequente nella toponomastica: la trasformazione dei nomi originari dialettali o locali in forme più comprensibili o "standardizzate" nei documenti ufficiali.

Dettagli sull’ipotesi “Arpo-Alpi”

Origine dialettale:
La parola "Arpo", che potrebbe avere significati legati alla conformazione del monte, alla sua funzione simbolica o alla morfologia (ad esempio, potrebbe evocare l’idea di un luogo aspro, ripido o dominante), potrebbe essere stata utilizzata dalle popolazioni locali per indicare il massiccio. I dialetti e le lingue locali spesso hanno denominazioni che descrivono caratteristiche fisiche o percezioni culturali di un luogo.
Evoluzione linguistica:
Nella trascrizione cartografica o nell'adattamento del nome a contesti più ampi (spesso realizzati da chi non aveva dimestichezza con il dialetto locale), "Arpo" potrebbe essere stato trasformato in "Alpi" per somiglianza fonetica e per la vicinanza visiva e sonora dei due termini. Tale trasformazione sarebbe stata ulteriormente favorita dal fatto che il termine "Alpi" era già ampiamente diffuso come sinonimo di montagna o rilievo elevato.
Documentazione storica:
Se questa ipotesi fosse corretta, si potrebbe cercare traccia di antiche mappe, registri catastali o documenti locali dove il monte venga indicato con un nome differente, magari simile ad "Arpo". È comune che i nomi originari siano stati riportati erroneamente o semplificati, soprattutto nei secoli passati, quando la trascrizione toponomastica non era standardizzata e i cartografi si affidavano a traslitterazioni fonetiche.
Significato di “Arpo”:
Il termine Arpo potrebbe avere radici antiche, forse di origine osca, latina o comunque collegata a una lingua pre-romana del territorio lucano. Potrebbe rappresentare un riferimento simbolico al paesaggio (aspro, scosceso) o a funzioni culturali, come luoghi di culto o punti di riferimento.

FLORA E FAUNA

Il Monte Alpi ospita una ricchissima biodiversità, con una flora e una fauna che contribuiscono al suo elevato valore naturalistico. Tra le specie botaniche spicca la presenza del maestoso pino loricato, simbolo del Parco del Pollino e di queste aree montuose. Nelle zone argillose si trovano esemplari di agrifoglio, mentre nelle aree più protette svettano tassi (Taxus baccata), colossali alberi ultracentenari appartenenti all’ordine delle conifere, che sembrano custodire i segreti di queste montagne.

La fauna del Monte Alpi è altrettanto affascinante. Tra i mammiferi si segnalano il lupo appenninico, il cinghiale, il tasso, l'istrice, il gatto selvatico e lo scoiattolo nero meridionale, caratteristico per la sua livrea scura. L'avifauna include numerose specie tipiche degli ambienti montani, con un'ampia varietà di rapaci diurni e notturni che solcano il cielo, confermando il ruolo del massiccio come habitat ideale per molte specie di predatori alati.
Questo mosaico di elementi geologici, paesaggistici, botanici e faunistici rende il Monte Alpi una destinazione imperdibile per escursionisti, studiosi e appassionati di natura, un autentico gioiello incastonato nell’Appennino lucano.

Prossime 9 foto: ©Egidio Antonio Conte (instagram - facebook)

FOSSILI

Il Monte Alpi, oltre alla sua straordinaria bellezza paesaggistica, è anche un luogo di notevole interesse paleontologico. Negli anni sono stati effettuati importanti ritrovamenti fossili, testimonianze di un passato in cui l'area era sommersa da un antico mare tropicale. Tra i più straordinari reperti, spicca un esemplare appartenente alla famiglia degli Istiophoridae, del genere Makaira, comunemente noto come marlin. Questo fossile, lungo 235 cm, alto 95 cm e con un rostro di ben 30 cm, risale a circa 30 milioni di anni fa, al periodo Oligocene, quando i mari che ricoprivano l'attuale area lucana ospitavano una ricca biodiversità marina.
Il ritrovamento è avvenuto a circa 970 metri sul livello del mare, sopra la contrada Iannazzo e nei pressi di una cava di pietra. Questo posizionamento a un’altitudine così elevata è una delle testimonianze più chiare dei fenomeni geologici che hanno sollevato e modellato l'Appennino meridionale, trasformando fondali marini in imponenti massicci calcarei.

Foto 1,2,3: ©Antonio Di Paola. Pagine social: Facebook - Instagram
foto 4,5,6: ALTI PASSI (pagina facebook - pagina instagram)

Classificazione delle difficolta' escursionistiche

In montagna, dove le condizioni ambientali sono molto variabili, una classificazione delle difficoltà rimane comunque indicativa.

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