Monasteri rupestri del Parco Nazionale del Pollino
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Il monastero di Santa Maria del Padre, si vuole fondato dal monaco basiliano San Cipriano
verso la metà del sec. IX.
Accolse San Ciriaco dopo che questi era rimasto a lungo in una grotta in località Venicelle, a Sangineto, e che
vi morì intorno al 1042. Le sue spoglie però rimasero dimenticate in un luogo ignoto a tutti. Verso la metà del 600, un predicatore
di nome fra Daniele dichiarò di avere sognato San Ciriaco che gli indicava il posto ove riposava il suo corpo e che era un luogo
pieno d'acqua.
Nessuno gli credette e dovette andare da solo ad effettuare la ricerca che miracolosamente ebbe esito positivo. La salma fu posta
nel monastero e una sua reliquia custodita in una statua che era stata realizzata nel sec. XV da monaci Basiliani. Per questo
sensazionale avvenimento si registrarono guarigioni prodigiose e miracoli.
Nel 1686 Domenico Martire, ospite del barone Cavalcanti, potè constatare che il santo aveva sepoltura in quel monastero. Ma il suo culto, evidentemente, non venne proseguito se è vero che già alla metà del 700 il monastero era molto degradata. Per questo le spoglie di San Ciriaco furono traslate nella chiesa parrocchiale e poste nella navata sinistra.
Nel 1900 ne fu fatta verificare l'autenticità e nel 1905 si fece modellare una statua in argento massiccio dallo scultore napoletano Catello; il busto laminato con una teca appesa al petto, contiene un osso del santo. Le reliquie furono ancora spostate nel 1963 e poste nella cappella destra per essere definitivamente sistemate in un'urna di cristallo sotto l'altare maggiore.
La parrocchiale, venne eretta verso la fine del 500. E' costituita da una navata centrale e da una laterale: quella sinistra (quella
destra è finta).
Il coro è sorretto da due colonne e da bassorilievi marmorei sottratti alla vecchia abbazia; di uguale provenienza è un'acquasantiera
sulla quale è inciso uno stemma e una data: 1608. Il monastero venne radicalmente trasformata nel 1855 e abbellita con dipinti,
affreschi ed elementi decorativi in stucco. Le colonne, nota Francesco Casella, sono con capitelli bizantini e le incisioni dei
bassorilievi raffigurano frutti e cedri. Al centro della volta è affrescata una scena con San Ciriaco, l'Imperatore Michele e la
figlia Marina mentre si compie il miracolo di Costantinopoli. Non poche le statue: Addolorata, Cristo nella Bara, Sacro Cuore,
S. Antonio, San Francesco di Paola, Madonna del Carmine, Immacolata, Crocifisso, tutte di ignoti meridionali dei sec. XVIII e XIX.
Testo tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza
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